I Provos furono un gruppo anarchico che, grazie a un dosato compromesso tra performance artistica e militanza politica, riuscì a influenzare la conformista cultura olandese degli anni Sessanta. Consapevoli di non avere la forza per cambiare i molti aspetti della società che criticavano, compresero che l’unica arma a loro disposizione era quella di provocare su quei temi una discussione senza precedenti. Fu così che i Provos organizzarono in piazza Spui i primi happening di Amsterdam dove, per condannare il consumo di tabacco, ogni sabato a mezzanotte si dava fuoco a una statua di bronzo donata alla città dalla Hunter Tobacco Company. Si trattava di una composizione sociale piuttosto variegata, che faceva riferimento principalmente a Roel Van Duijn, intellettuale introverso, a Robert Jasper Grootveld, artista eccentrico, e a Rob Stolk, operaio politicamente impegnato. È bene evidenziare che i Provos rifiutavano l’uso della violenza: all’arrivo della polizia, che sistematicamente interrompeva le loro azioni pubbliche con manganelli e cani, non rispondevano mai, guadagnandosi così la simpatia dell’opinione pubblica.
La capacità di comunicazione giocò un ruolo fondamentale nella crescita del movimento. Si trattava di una vera e propria guerriglia semiologica. Già dal principio dell’esperienza Provos, sui muri di Amsterdam comparve uno strano disegno, che nessuno riuscì a interpretare in maniera esatta, ma che diventò il simbolo del gruppo.
Provo. Controcultura studiata a Corte, Andrea Vendetti, in PROGETTO GRAFICO, pp. 120-127, 2015