Cyril Henry Hoskin aka Lobsang Rampa (1910-1981)


The Third Eye, pubblicato nel 1956, è il libro più celebre di Cyril Henry Hoskin, nato a Plympton, in Grand Bretagna e morto nel 1981 a Calgary, in Canada.
Dalle diverse copertine delle numerose riedizioni del volume si evince che a firmare The Third Eye è Lobsang Rampa, infatti tutto ebbe inizio quando, caduto da un alto albero, l’idraulico irlandese viene contattato telepaticamente da un lama tibetano, tale Lobsang Rampa per l’appunto.
Il lama sta morendo e chiede al signor Hoskin di poter trasmigrare la propria anima nel suo corpo. Da qui in poi Cyril Henry Hoskin diviene definitivamente Lobsang Rampa.
Nel suo libro The Third Eye si legge:
Premette lo strumento al centro della mia fronte e ruotò l’impugnatura. Per un momento ci fu una sensazione come se qualcuno mi pizzicasse con delle spine. Mi sembrò che il tempo si fosse fermato. Non ci fu nessun particolare dolore mentre lo strumento penetrava la pelle e la carne, ci fu solo una piccola scossa quando colpì l’osso. L’operatore aumentò la pressione, oscillando leggermente lo strumento in modo che i piccoli denti potessero scavare nell’osso frontale. Il dolore non era per niente acuto, solo una sensazione di pressione e un dolore sordo. Non mi potevo muovere con il Lama Mingyar Dondup che guardava; sarei morto piuttosto che muovermi o lamentarmi. Lui aveva fede in me, come io in lui, e sapevo che quello che faceva o diceva era giusto. Improvvisamente ci fu un piccolo “scrunch” e lo strumento penetrò l’osso. All’instante l’operatore si fermò. Tenne l’impugnatura dello strumento salda mentre il Lama Mingyar Dondup gli passava una scheggia di legno, molto dura e liscia. La scheggia era stata trattata con fuoco ed erbe per renderla dura quanto l’acciaio. La scheggia fu inserita nella “U” dello strumento e spinta giù in modo da entrare appena nel buco nella mia testa. L’operatore si spostò un pochino di lato per consentire al Lama Mingyar Dondup di stare anche lui di fronte a me. Poi, a un cenno di quest’ultimo, l’operatore, con infinita attenzione, spinse la scheggia sempre più in profondità. Improvvisamente sentii una puntura, un solletico che apparentemente veniva dal ponte del naso. La sensazione si attenuò e divenni cosciente di un profumo sottile che non riuscii a identificare. Poi anche il profumo svanì e improvvisamente ci fu un flash accecante, e in quell’istante il Lama Mingyar Dondup disse “Stop“. Per un momento il dolore fu intenso, una lancinante fiamma bianca. Il dolore diminuì e sparì, e fu sostituito da spirali di colore e da globuli di fumo incandescente. Lo strumento di metallo fu rimosso con cautela. La scheggia di legno rimase, sarebbe rimasta in posizione per due o tre settimane e finché non fosse stata rimossa, sarei dovuto rimanere in questa piccola stanza, quasi completamente al buio.
Lobsang Rampa morì in Canada, era il 1981. 





The third eye, Lobsang Rampa, Secker & Warburg, Londra, 1956