The Extraction of the Stone of Madness / The Cure of folly, Hieronymus Bosch, Museo del Prado, Madrid, 1501-1505


I ciarlatani itineranti noti come scalpellini fiorirono in Olanda e in Belgio nel XV e XVI secolo.
Sulla scorta di un’antica superstizione medievale, ossia l’idea che pazzia e stupidità fossero causate da una piccola pietra conficcata nella testa, i ciarlatani segnavano con piccole incisioni le teste dei pazienti per estrarne il colpevole sassolino.

Histoire de la folie à l’âge classique, Michel Focault, Gallimard, Parigi, 1972 (trad.it. Storia della follia nell’età classica, Rizzoli, 2011)


In Storia della follia nell’età classica, libro che tra l’altro nella versione italiana presenta in copertina l’opera di Peter Bruegel il Vecchio, L’estrazione della pietra della follia (1557), Michel Focault dice: “Non dimentichiamo il famoso medico di Bosch, ancora più folle di colui che egli vuol guarire: poiché tutta la sua falsa scienza non ha fatto molto di più che deporre su di lui i peggiori stracci di una follia che tutti possono vedere tranne lui stesso”.
“Il famoso medico di Bosch” ha il capo coperto da un imbuto, utilizzato nell’iconografia tradizionale per simboleggiare una coppia di contrari: intelligenza e stupidità.
Nella sua posizione originaria, con il beccuccio rivolto verso il basso l’imbuto rappresenta l’intelligenza perché il luogo in cui tutto converge, che tutto comprende. L’imbuto rovesciato nel dipinto di Bosch, invece, sta a indicare la stoltezza della falsa scienza. 
Dalla testa del malcapitato, non una pietra ma il fiore di un tulipano.

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