L’interesse scientifico verso le trapanazioni ancestrali ha inizio nel 1865 quando l’archeologo Ephraim G. Square (1821-1888) rinvenne in Perù un cranio precolombiano riportante i segni dell’operazione. Il reperto fu successivamente spedito a Parigi e affidato agli studi del dottore Paul Broca (1824-1880). Oggi sappiamo che l’operazione fu svolta sin dall’Età della pietra in ogni parte del mondo ed è possibile, pertanto, dichiarare la trapanazione il più antico tra gli interventi chirurgici della storia.
Da un punto di vista etimologico, il termine “trapanazione” significa semplicemente perforare l’osso, solitamente il cranio, e non tiene in considerazione la misura, la tecnica o lo scopo dell’operazione. Per questo motivo, ogni tipo di perforazione o apertura chirurgica del cranio può essere considerata trapanazione. Nella prefazione del testo Trepanation, Trephining and Craniotomy, History and Stories (Springer, 2019) Josè M.Gonzàlez-Darder anticipa con queste parole l’incertezza che permea l’intera ricerca contemporanea riguardo le origini della trapanazione: 
“[…] Nelle culture primitive o preistoriche, dove non esistono documenti scritti, non è possibile conoscere con certezza le ragioni di questa pratica. Quasi tutto risulta essere speculativo in questo campo d’indagine.” 

Gli interessi e le motivazioni che giustificano l’uso di tale intervento sono cambiati nel tempo, dai rituali magici ai rimedi contro l’emicrania, dalla cura della follia alla craniotomia nella chirurgia moderna, dall’uso ricreativo al raggiungimento di uno stato di coscienza alterato.

Cranio trapanato dell’Età del Bronzo, Teramo, Italia, 2200-2000 a.C.


Trepanning in neolithic times, The New York Times, 10 ottobre 1880


Bassorilievo, origine sconosciuta


Trepanation, Trephining and Craniotomy, History and Stories, Josè M.Gonzalez-Darder, Dipartimento di Neurochirurgia, Ospedale Clinico Universitario di Valencia, Springer, 2019