“[…] D’altro canto gradirei la vostra assistenza in un’operazione abbastanza delicata non appena la luce arà sufficiente: una frattura con sfondamento del cranio. Devo trapanare il povero Plaice e vorrei farlo oggi stesso. Mi dicono che il tempo peggiorerà ed è chiaro che per operare si ha bisogno di un ponte solido sotto i piedi e di un paziente immobile. Ho un trapano di Lavoisier perfezionato, uno strumento magnifico con una straordinaria potenza d’incisione: e, se lo desiderate, potreste girare la manovella!”. L’equipaggio della Surprise, non diversamente dagli altri, era nell’insieme ipocondriaco e morboso, e amava un intervento chirurgico quasi quanto amava dare la caccia a una preda. Ma se l’amputazione di un braccio o di una gamba di un compagno comportava per costui conseguenze e svantaggi ai quali gli uomini erano sensibilissimi, una trapanazione non ne aveva nessuno: il paziente non doveva far altro che guarire per essere intero come prima, tornato come nuovo, con la gloria di una placca d’argento e di una storia da raccontare che sarebbe durata a lui e ai suoi amici fino alla tomba. Il dottor Maturin aveva già eseguito quell’intervento in mare prima di allora, sempre con il massimo della luce, e quindi in coperta, e molti vecchi marinai della Surprise avevano assistito alla scena. Ora, insieme con tutti i loro compagni, vi assistettero di nuovo: videro staccare lo scalpo di Joe Plaice, scoprire il cranio, stridere la sega per togliere un disco di osso, la manovella girata solennemente; videro avvitare sul foro una moneta da tre scellini, martellata dall’armaiolo fino a diventare concava e sottile; e infine lo scalpo rimesso a posto, ricucito con precisione dal cappellano. Fu appagante in modo straordinario: il comandante era diventato pallido e anche Barret Bonden, cugino del paziente. Sangue giù per il collo di Joe a torrenti…il cervello che si vedeva benissimo…una cosa da non perdere nemmeno per uno montagna di quattrini…istruttiva anche; e ne godettero al massimo. Fu un bene d’altronde, perché non ebbero altre gratificazioni per molto tempo e per alcuni di loro fu anche l’ultima. La burrasca, preannunciata dal montare dell’onda lunga e pesante da su e da ovest, dal barometro, li investì prima e con più violenza di quanto si fossero aspettati.
“[…] D’altro canto gradirei la vostra assistenza in un’operazione abbastanza delicata non appena la luce arà sufficiente: una frattura con sfondamento del cranio. Devo trapanare il povero Plaice e vorrei farlo oggi stesso. Mi dicono che il tempo peggiorerà ed è chiaro che per operare si ha bisogno di un ponte solido sotto i piedi e di un paziente immobile. Ho un trapano di Lavoisier perfezionato, uno strumento magnifico con una straordinaria potenza d’incisione: e, se lo desiderate, potreste girare la manovella!”. L’equipaggio della Surprise, non diversamente dagli altri, era nell’insieme ipocondriaco e morboso, e amava un intervento chirurgico quasi quanto amava dare la caccia a una preda. Ma se l’amputazione di un braccio o di una gamba di un compagno comportava per costui conseguenze e svantaggi ai quali gli uomini erano sensibilissimi, una trapanazione non ne aveva nessuno: il paziente non doveva far altro che guarire per essere intero come prima, tornato come nuovo, con la gloria di una placca d’argento e di una storia da raccontare che sarebbe durata a lui e ai suoi amici fino alla tomba. Il dottor Maturin aveva già eseguito quell’intervento in mare prima di allora, sempre con il massimo della luce, e quindi in coperta, e molti vecchi marinai della Surprise avevano assistito alla scena. Ora, insieme con tutti i loro compagni, vi assistettero di nuovo: videro staccare lo scalpo di Joe Plaice, scoprire il cranio, stridere la sega per togliere un disco di osso, la manovella girata solennemente; videro avvitare sul foro una moneta da tre scellini, martellata dall’armaiolo fino a diventare concava e sottile; e infine lo scalpo rimesso a posto, ricucito con precisione dal cappellano. Fu appagante in modo straordinario: il comandante era diventato pallido e anche Barret Bonden, cugino del paziente. Sangue giù per il collo di Joe a torrenti…il cervello che si vedeva benissimo…una cosa da non perdere nemmeno per uno montagna di quattrini…istruttiva anche; e ne godettero al massimo. Fu un bene d’altronde, perché non ebbero altre gratificazioni per molto tempo e per alcuni di loro fu anche l’ultima. La burrasca, preannunciata dal montare dell’onda lunga e pesante da su e da ovest, dal barometro, li investì prima e con più violenza di quanto si fossero aspettati.