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Homunculus, Hideo Yamamoto, Shokakukan, 2003 – 2011
Susumu Nakoshi è un senzatetto con un passato da investitore finanziario di grande successo. Misterioso e cinico, mostra un atteggiamento distaccato da tutti, persino dagli altri clochard. È invece
morbosamente legato alla sua utilitaria, che utilizza ormai come rifugio. Quando il veicolo gli viene
sequestrato dalla polizia, per poterlo riscattare accetta la generosa proposta di Manabu Ito, un eccentrico studente di medicina appassionato di occulto in cerca di una cavia da sottoporre a un delicato esperimento: la trapanazione per l’appunto.
Malgrado le aspettative e i test condotti, l’intervento non conferisce al paziente le capacità attese;
tuttavia Susumu scopre che, se osserva le persone col solo occhio sinistro, l’aspetto di alcune di
esse gli appare stranamente mutato.
Analizzando il fenomeno i due comprendono che Susumu è in grado di vedere la manifestazione
fisica dell’inconscio, gli ‘homunculus’: l’essenza delle persone e la proiezione di sensi
di colpa, manie, inadeguatezze e altri risvolti psicologici che condizionano il loro modo di essere e
agire. La nuova facoltà indurrà il misantropo protagonista a riprendere contatto con la gente; aiutando perfetti sconosciuti ad affrontare il loro mondo interiore – per lo più con conseguenze
drammatiche e non prevedibili – egli scoprirà che ciò che è ora in grado di percepire negli altri rappresenta una sorta di riflesso del proprio io. Questa consapevolezza lo destabilizzerà emotivamente e psicologicamente, guidandolo nell’arduo percorso verso una maggiore conoscenza di sé,
fino al difficile confronto con il passato da cui è fuggito.
Homunculus, p.139, Hideo Yamamoto, Shokakukan, 2003 – 2011
Heartbeat in the brain, Amanda Feilding, 1970